MILANO – Nell’Italia che ha perso oltre 1 milione di posti in un solo anno si continua a morire di lavoro. Dopo la morte di Luana D’Orazio a soli 22 anni, vi sono stati almeno altri 6 casi accertati di incidenti mortali sul posto di lavoro. L’ultimo si è verificato in un’azienda del Pavese, dove la rottura di una tubazione del vapore – contenente probabilmente ammoniaca – ha travolto due operai che hanno perso la vita.
Si tratta di un operaio originario di Pavia di 50 anni e un collega di Siena di 51 anni. L’incidente è avvenuto nel primo pomeriggio in un’azienda che si occupa di produzione di grassi e farine proteiche di origine animale – la Di.gi.ma. – lungo la strada statale 235 a Villanterio, in provincia di Pavia. La prima segnalazione ai carabinieri è arrivata intorno alle 13. I due operai stavano lavorando in una vasca quando, secondo una prima ricostruzione, per motivi in corso di accertamento, si è sprigionata una bolla di gas.
I vigili del fuoco sono al lavoro con il nucleo Nbcr per mettere in sicurezza l’area. I due lavoratori della ditta Di.gi.ma., secondo quanto ricostruito da Areu Lombardia, sarebbero stati investiti da vapori contenenti verosimilmente ammoniaca. Sono intervenuti un’ambulanza, un’automedica, i carabinieri e i vigili del fuoco. Gli operai avrebbe respirato l’esalazione appieno e poi sono deceduti.
Ma non è solo la cronaca a mettere in risalto la gravità del fenomeno.
A conferma della situazione difficile arrivano gli ultimi dati dell’Inail. Secondo l’istituto nei primi 4 mesi del 2021 sono state depositate 306 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale. Si tratta di un aumento, rispetto allo stesso periodo del 2020, di ben il 9,3%. Le denunce presentate complessivamente all’istituto sono state 171.870.
Un incremento che comunque l’Inail invita ad analizzare con la giusta lente. L’istituto segnala infatti che il confronto tra il 2020 e il 2021 richiede cautela, in quanto i dati delle denunce mortali sono provvisori e “influenzati fortemente dalla pandemia”. I dati non conteggiano, in sintesi, un rilevante numero di ‘tardive’ denunce mortali da contagio Covid-19 – in particolare relativi al mese di marzo 2020, quando il virus iniziava a presentarsi come minaccia agli occhi degli italiani – e che sono entrate negli archivi il mese successivo. I decessi causati dal Covid-19 avvengono inoltre dopo un più o meno lungo periodo di tempo intercorso dalla data del contagio.
Tradotto: l’incremento di morti sul lavoro è stato dettato soprattutto dai contagi Covid. Ma rispetto a quanto già segnalato all’Inail, già a marzo 2020 il numero potrebbe essere molto più alto. Tra i settori si distingue ancora per numerosità degli eventi il settore ‘Sanità e assistenza sociale’. Nel primo quadrimestre di quest’anno presenta però una diminuzione del 25% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto al pari periodo del 2020, sintesi di un +162% del primo bimestre e di un -72% del secondo bimestre.